Impara il PHP online

Volete imparare il PHP ma siete squattrinati e i soldi per un buon libro preferite spenderli in qualcosa di meno utile ma più gratificante?

Siete convinti che l’informazione sia un bene prezioso e non ne vada ristretto l’accesso a causa della vile pecunia?

Insomma, non vi va di sborsare una Lira? O meglio, 1 Euro? Nemmeno mezzo? Nemmeno nulla di niente de nada?

Ok, allora se state leggendo questo post ciò significa che almeno i soldi per una connessione a internet li avete sborsati, quindi…

http://www.hudzilla.org/phpbook/

Et voilà un bel libro online per imparare o approfondire il PHP scritto da Paul Hudson, autore di Fedora 4 Unleashed.

Internet e telefonia. Le novità…in Germania.

Popolo di internet,
rallegrati!
Ma non troppo.

Internet diventa più veloce.
Ma non qui.

La telefonia si evolve.
Ma non per noi.

Insomma, se proprio uno vuole sperimentare qualche brivido in più…beh…meglio trasferirsi in Germania, paese in cui l’operatore telefonico Deutsche Telekom ha deciso di investire e progettare il futuro, gettando le basi nel presente.

Suona strano? Eh, beh, ma che volete? Mica siete tedeschi. Voi.

Vi viene voglia di trasferirvi nella terra di Kant ed Hegel? Va bene, chiamate un agente immobiliare e chiedete un appartamento a Stoccarda o Amburgo.

Perché?

Perché Stoccarda e Amburgo fanno parte di un progetto pilota di Deutsche Telekom e possono già provare una connettività a 25 Mbit/s.

Interessante?

Ah, beh, si. Aggiungiamoci poi il fatto che per 6 settimane il servizio è gratuito, basta solo rispondere ad alcune domande al termine del periodo di prova.

Ahem…per ora il servizio di prova è disponibile solo per qualche centinaio di partecipanti, ma se fate in fretta e vi registrate sul sito www.t-com.de, magari vi danno la linea. Magari.

Beh, se proprio non arrivate in tempo non fatevene un cruccio: nei prossimi 5 anni sono previsti 3 miliardi di euro in investimenti per portare la fibra ottica residenziale nelle abitazioni teutoniche, che viaggeranno a 50 Mbit/s.

Però, mi raccomando, non confondetevi: li, non qui.

Non volete attendere così a lungo?

Ok, entro il 2007 saranno 50 le città tedesche connesse a 50 Mbit/s, mentre per la metà del 2006 saranno attrezzate le prime 10 città per un totale di 2,9 milioni di famiglie.

Va bene, bella cosa. Ma io viaggio, sono sempre in giro per lavoro e mi collego a internet tramite il mio fido cellulare. Internet, via cellulare, anche usando l’UMTS (Universal Mobile Telecommunication System) è decisamente lenta per i contenuti multimediali che viaggiano lungo la rete.

Giusto. Ma…come dire…uno investe…acquisisce tecnologie e alla fine si trova con un UMTS basato sul protocollo HSDPA (High-Speed Download Link), in tempo per il CeBIT 2006, giusto per mostrare quanto sia piacevole viaggiare a 1.8 Mbit/s e quanto lo sarà a breve quando dal cellulare potranno fluire dati a 7.2 Mbit/s. Insomma, si passa dal 3G (terza generazione) al 3,5 G (terza e mezza…uhm…questi commerciali).

Ragazzi, ma io non uso internet.

Io preferisco fare le cose alla vecchia maniera e telefonare, ma ho 3 cellulari, telefono di casa, quello dell’ufficio…

Uhm…non per niente Deutsche Telekom e T-Mobile fanno parte dello stesso gruppo, tant’è che quest’ultima sta sviluppando mobile@home un nuovo prodotto, in uscita per il primo quarto del 2006, che consentirà la convergenza fra tariffe di rete mobile e fissa. Ovviamente…questo, in Germania, non confondetevi, in Germania, che agli utenti di telefonia mobile verranno applicate le tariffe della rete fissa quando useranno il cellulare in casa per chiamare fissi e mobili. Ah, tra l’altro, sempre quando si è in casa, le telefonate ricevute sul cellulare avranno anch’esse la tariffazione della rete fissa, mentre le chiamate voice mail, sempre effettuate da casa, saranno gratuite.

Ahem…un particolare. Per casa si intende un’area dal raggio di 2 Km attorno alla propria abitazione.

Uhm…sempre nello stesso periodo….da Ottobre per l’utenza affari e nel primo quarto del 2006 per quella domestica, T-Mobile offrirà un router UMTS WLAN per accedere a internet…

Fido telefono…eh si…il telefono è un fido amico/nemico. Almeno…in Italia lo è stato dal 1998 al 2001 grazie al progetto FIDO, ve lo ricordate? No? Si, dai, il cellulare urbano che grazie alla tecnologia urbana consentiva di avere il telefono di casa…in giro per la città. Mille miliardi spesi per una tecnologia ora sparita, che si ritrova nei centri commerciali quando ti offrono degli inutili cellulari DECT. Inutili? Beh, se FIDO usava DECT, morto FIDO…

Peccato che non vi sia più un tale cellulare urbano dfunto, a quanto pare, per la mancanza di clienti.

In Germania, già, sempre li, la convergenza fra rete mobile e fissa porta a un nuovo apparecchio: a casa opera tramite la rete fissa, in giro come cellulare GSM.

Se poi, in aeroporto, in stazione o in un hotel si ricade all’interno di un hotspot, lo stesso telefono consente di collegarsi a internet wireless. Quando? Nel secondo quarto del 2006. Mmmmm….sembra proprio FIDO con gli steroidi…

Lasciamo perdere i videotelefoni SIP (Session Initiated Protocol), per intenderci i telefoni VOIP (Voice Over Internet Protocol).

Lasciamo perdere che tutti i cellulari distribuiti nel periodo natalizio saranno in grado di ricevere una decina di canali televisivi in straming e il servizio sarà gratuito nella prima fase, fino alla fine di Marzo del 2006.

Tralasciamo le altre novità previste per il prossimo anno. Sempre in Germania.

Chiudiamo la notizia con il nuovo servizio Web’n’walk di Deutche Telekom.

Chiunque abbia usato i servizi internet offerti dagli operatori di telefonia mobile italiani sa che definire “internet” questa esperienza è decisamente eufemistico: si rimane costretti all’interno di portali ad hoc, usando protocolli un po’ “poveri” come il

L’origine dei nomi

Come dicevano i romani, nomen omen.

Eh, si, già, perché, come dire, già nella Bibbia Dio svela all’uomo il nome segreto delle cose, così da metterle in suo possesso.

Insomma, la credenza che il nome sia presagio di un destino si perde davvero nelle nebbie del tempo. Ciò che sei è ciò che ti rimane addosso dalla nascita fino alla morte e oltre.

Dall’interessante blog di Ravi traggo una breve storia sull’origine dei nomi di alcune fra le più grandi aziende dell’Information Technology. Il testo è un po’ rimaneggiato, integrando alcune notizie interessanti, prese qua e la, principalmente da Wikipedia.

Yahoo!

Il termine Yahoo! è stato inventato da Jonathan Swift e utilizzato nel suo libro “I Viaggi di Gulliver” per rappresentare un individuo dall’aspetto repellente e dai modi incivili.

I fondatori di Yahoo!, Jerry Yang e David Filo scelsero nel 1994 questo nome perché si consideravano alla stregua del personaggio descritto dal termine coniato da Swift.

Xerox

Fondata come Haloid Company nel 1906, l’azienda cambia nome In Xerox, dalla la radice greca xer che sta a indicare qualcosa di secco. E’ proprio questo aspetto, infatti che, distingue la nuova tecnologia di riproduzione a secco dei documenti, inventata da Chestor Carlson, dalle metodologie a “umido” largamente utilizzate negli anni quaranta.

Sun Microsystems

Fondata nel 1982 da quattro studenti della Stanford University, Vinod Khosla, Scott McNealy, Bill Joy e Andy Bechtolsheim, Sun è l’acronimo di Stanford University Network.

Sony

Il nome dell’azienda fondata il 7 Maggio 1946 da Masaru Ibuka e Akio Morita deriva da un incrocio fra il latino sonus, ovvero suono, la parola sunny, soleggiato, e il termine gergale anglonipponico sonny-boy, l’equivalente di ragazzo in gamba.
Dato che il termine Sonny ricordava troppo nella pronuncia la parola giapponese soh-nee, il cui significato può essere tradotto in “Gli affari vanno male”, Akio Morita volle utilizzare una parola che non esistesse nel vocabolario di una qualsiasi lingua, ovvero “Sony”

SAP

Fondata nel 1972 da cinque ex dipendenti di IBM, la tedesca Systemanalyse und Programmentwicklung (“Systems, Applications and Products in data processing”) è la più grande azienda di software in Europa.

Red Hat

Red Hat, creatura di Marc Ewing che nel 1993 la portò alla luce, deve il suo nome al cappello della squadra di Lacrosse della Cornell University (caratterizzato da strisce rosse e bianche) che venne donato al fondatore dal nonno ai tempi del college. Nel manuale della versione beta di Red Hat Linux si può leggere l’appello di Ewing ai lettori affinché lo restituissero in caso venisse ritrovato.

Oracle

Azienda californiana, di Redwood, la storia di Oracle inizia nel 1977 con Larry Ellison e Bob Oats impegnati in un progetto della CIA denominato Oracle. Il progetto non ebbe un futuro, il database sviluppato in quella occasione si tant’è che venne fondata RSI, che in seguito avrebbe preso il nome del db, ovvero Oracle.

Motorola

Fondata nel 1928 da Paul V. Galvin con il nome di Galvin Manufacturing Corporation, l’azienda vede apparire la denominazione Motorola come nome di una nuova linea di autoradio (motor=automobile, ola=suono), dal marchio di una famosa azienda di apparecchi radio, Victrola.

Nel 1947 Galvin Manifacturin Corporation cambia la propria denominazione sociale in Motorola.

Microsoft

E’ il 1975 quando Bill Gates e Paul Allen danno vita a Micro-Soft, azienda volta alla creazione di SOFTware per MICRO computer. Da qui il nome, che negli anni ha perso il trattino diventando l’odierna Microsoft.

Lotus

Originariamente chiamata Lotus Development Corporation, la società fondata nel 1982 da Mitch Kapor and Jonathan Sachs diventa semplicemente Lotus Software dopo l’acquisizione da parte di IBM nel 1995.

Il nome della società deriva dalla “Posizione del Loto”, detta anche “Padmasana”, della tecnica dello yoghi Maharishi Mahesh insegnata da Mitch Kapor.

Intel

Nel 1968 i fondatori Bob Noyce e Gordon Moore vollero chiamare la loro società, ‘Moore Noyce’, ma questo era un marchio già utilizzato da una catena di hotel e quindi si rassegnarono all’acrononimo di INTegrated ELectronics.

Hewlett-Packard

L’1 Gennaio 1939 Bill Hewlett e Dave Packard fondarono l’omonima azienda dopo avere lanciato una moneta per decidere se si sarebbe dovuta chiamare Hewlett-Packard o Packard-Hewlett.

Hotmail

Jack Smith e Sabeer Bhatia nel 1995 ebbero l’idea di creare un’azienda che offrisse un nuovo servizio: l’accesso alla propria email da qualsiasi computer collegato a internet, grazie a un semplice navigatore. Trovata l’idea, Smith si ingegnò per scovare il nome adatto finché arrivò a escogitare Hotmail, che contiene sia il termine mail, ovvero posta, che html, chiaro riferimento al linguaggio di programmazione utilizzato per il web: nei primi tempi, infatti, il servizio si chiamava HoTMaiL.

Google

L’origine del nome Google è ben strana. Inizialmente i due fondatori, Larry Page e Sergey Brin, volevano chiamare la propria società Googol, con un termine coniato da Milton Sirotta, nipote del matematico Edward Kasner, e reso famoso dal libro “Mathematics and the Imagination” di Kasner e James Newman.
La parola googol indica un numero rappresentato da un 1 seguito da 100 zero e doveva servire a indicare la missione della nuova società: indicizzare l’infinito contenuto presente sulla rete.

Cisco

Più che un’azienda, quasi un’agenzia matrimoniale visto che Cisco Systems nasce nel 1984 come società di famiglia grazie ai coniugi Leonard Bosack e Sandra Lerner. Cisco non è un acronimo ma l’abbreviazione di San Francisco, il cui famoso ponte Golden Gate appare stilizzato nel logo aziendale.

Apple

Si sa, la mela è il frutto preferito di Steve Jobs che, insieme a Steve Wozniak e ad Armas Clifford “Mike” Markkula Jr. diede vita ad Apple Computers l’1 Aprile 1976. In ritardo di 3 mesi nello scegliere il nome della società, Jobs minacciò i colleghi di chiamare la nuova azienda Apple Computers se nessuno avesso suggerito entro le 17 un nome più adatto.

Apache

A dispetto di quanto si trova scritto nel sito della fondazione che ne gestisce lo sviluppo, il più famoso web server di internet non deve il proprio nome a fiera popolazione indiana d’America ma alle sue origini un po’ “rappezzate”. E’ infatti opinione comune che il suo nome derivi da “A PAtCHy” server, ovvero server “rappezzato”, il che sta a indicare le origini di questo prodotto, ovvero una serie di “pezze”, in gergo “patch”, al più famoso server web del tempo (Apache ha visto la luce nel 1995), ovvero HTTPd 1.3 della NCSA .

Adobe

Se Steve Jobs ha preso come spunto la mela, John Warnok, cofondatore di Adobe insieme a Charles Geschke nel 1982, si è fatto dare una mano dal fiume Adobe (Adobe Creek) che scorreva dietro casa.

Linux

Nato nel 1991, Linux è uno di quei sistemi operativi che più ha goduto della pervasività offerta da internet: grazie alla rete molti lo hanno scaricato, conosciuto, adottato.

Non molti, però, sanno in quale modo è stato scelto un nome così strano: tutto nasce dall’inventiva di Ari Lemme, amministratore del sito ftp.funet.fi sul quale Torvalds mise per primo in libero download il suo sistema operativo.

In verità, Torvalds avrebbe voluto chiamare la sua creatura Freax, interessante combinazione fra free, freak e X come UniX. La popolarità, però, esige un tributo e il sistema operativo prese il nome della directory creata da Lemme per ospitare i file caricati da Torvalds.

Un mondo senza editori

Brevi considerazioni.

“Esiste un nuovo sistema di copyright che si chiama Creative Commons e che riserva solo “alcuni” diritti, non tutti, by-passando gli intermediari e mettendo in contatto direttamente gli autori con il loro pubblico. Lo conosce?”

«No, ma ammetto che il controllo con Internet è scappato di mano e alla fonte qualcuno deve fare “mea culpa”».

Questa non l’ho capita. La colpa è di chi consente l’uso delle CC o di chi non mette in galera chi copia illegalmente? O è un’affermazione che indica il desiderio di controllare la circolazione delle informazioni su internet? Nel qual caso, non capisco perché internet debba essere più
reale di una realtà in cui il controllo c’è ma non così capillare, per ovvi motivi tecnici più che etici.

“Poi i produttori di masterizzatori, che mettono in commercio i sistemi per copiare la musica. Così facendo la distruggono, presto non ci sarà più niente da masterizzare”

Pensavo che questa litania si estinguesse con l’estinzione delle cassette audio. Peggio dei festival nazional popolari: sempre la solita musica.

“Io invece penso che l’open source sia il sistema migliore per precipitare nella barbarie. Certe cose vengono fatte perchè esiste un’industria che le produce e investe senza un ritorno economico. Senza un editore, Hemingway non sarebbe stato scoperto”

Per prima cosa, iniziamo a mettere i puntini sulle i.

  1. Innanzitutto, l’autore più ispirato nell’universo spazio/tempo a noi noto, ovvero Dio, si è cercato un ghost writer e non un editore per scrivere il nucleo fondante del maggior bestseller conosciuto dall’uomo, ovvero l’Antico Testamento della Bibbia.
  2. Per il sequel, il Nuovo Testamento, sempre Dio, non ha cercato una Major ma ha fatto un casting privato per scegliere il protagonista da mettere in scena, Cristo.
  3. L’Open Source cambia la prospettiva di ritorno economico dal prodotto al servizio. Non pago il prodotto ma posso investire nel servizio che mi consente di modificare ciò che ho acquisito, per renderlo più aderente alle mie esigenze. E, solitamente, l’autore del prodotto o l’azienda che
    ne promuove lo sviluppo, diviene anche il fornitore di servizi per elezione.
  4. Forse Hemingway non sarebbe stato scoperto, di sicuro avremmo evitato molta immondizia sugli scaffali. Magari, la butto li, un’editoria che investa meno in prodotti spazzatura, quella editoriale in primis, avrebbe meno fame di soldi. Forse.

Per quanto riguarda l’affermazione di Masera:

“Oliviero Toscani dice che il copyright andrebbe abolito, che basterebbe farsi pagare bene la prima volta e poi la cultura va regalata al pubblico.”

faccio un esempio pratico che mi riguarda da vicino e che penso possa costituire un discreto compromesso.

Spesso scrivo per riviste, informatiche, articoli tecnici del tipo “Come installare questo servizio”, “Come configurare questo server” e via discorrendo. Ultimamente decido di farmi un sito internet personale, giusto per metterci le mie “cose”. Ricordo di avere sul disco rigido un vecchio articolo in due parti riguardante il protocollo WebDAV e la sua implementazione. Ok, ne ho scritti molti di più, ma essendo distratto per natura, dopo un po’ perdo i sorgenti dei testi…Mando un’email alla
rivista che li ha pubblicati (Login – Infomedia) un paio di anni fa e chiedo l’autorizzazione a pubblicarli sul mio sito.

La rivista mi da il consenso, chiedendo solamente di mettere una nota in cui faccio presente che sono stati pubblicati da Infomedia.

Ovviamente, i diritti d’autore rimangono alla rivista, quindi non può ripubblicare, ma chiunque, senza spendere una lira, può accedere al mio sito e leggersi le due parti e utilizzare il pezzo per installare un servizio WebDAV sul proprio server Apache.

Come dice un vecchio adagio, provare per credere:

WebDAV Teoria

WebDAV Pratica

Esistono, poi, anche casi quali la rivista OpenSource inter.net, che permette di consultare liberamente alcuni articoli dei
numeri arretrati

Il che è sufficiente per un fair use personale. O no?

“So benissimo che chi compra i dischi ha la mia età”

Ahem…giuro che io i cd delle boy band non li acquisto e nemmeno li voglio sentire.

Ora, se questi cd non hanno come target medio i quarantenni e le boy band, o comunque gli idoli di una o due stagioni, fanno soldi a palate, chi acquista le loro opere? Buttiamola li…saranno forse gli adolescenti a paghetta o i giovani con il loro stipendio da neo assunti?

“Finchè le leggi sono queste, l’illegalità è sbagliata”

Questa è una cantonata a livello gnoseologico. L’illegalità, per definizione, non è sbagliata. E “solo” al di fuori delle convenzioni stabilite per legge.

Al massimo è illegale ed è punibile, ovviamente. Però, un altro vecchio detto dice che la storia viene scritta dai vincitori, così come la legalità, aggiungerei io.

E’ illegale copiare un cd. D’accordo. Non va fatto.

Ma è legale chiedere 20-30 euro per cd di gruppi che hanno pubblicato 20-30 anni fa?

Si, ovviamente, “Finchè le leggi sono queste”.