Gundam oh OH…Gundam OOOOHHHHHH

Corri ragazzo laggiuuuuuuuuuu’, corri fra lampi di bluuuuuuuuu…ahem…no…questa è un’altra storia…Ok, va bene, sono cresciuto tra Gundam, Mazinga e Goldrake, ma quale potrebbe essere il mio più grande sogno infantile ralizzato su questa (e altre) terra?

Ma ovviamente questo!

Lo voglio!

Si, ok, quello li non sono io, però questo mobile suite alto 3,4 metri e dal peso di una tonnellata sembra proprio un Gundam. In Land Walker, così si chiama il simpaticone, a ben vedere anche Guerre Stellari ci ha messo lo zampino: l’unica differenza è che questo simpaticone è REALE, anche se un po’ lento con i suoi 1,5 Kmh.

Ok, non si può avere tutto e subito dalla vita…intanto, mi pare un ottimo mezzo per districarsi nel traffico cittadino: vi trovate come me imbottigliati nel bel mezzo della Tangenziale Ovest? Vi chiedete come mai vi tocca stare fermi tra Certosa e Cormano? Niente paura: basta mettersi alla guida di un giocattolino e passerete sopra a tutti questi problemi. Letteralmente.

Land Walker è un ottimo rimedio alle code

L’inventore di questo giocattolino, Masaaki Nagurno della Sakakibara Kikai Co., azienda basata in Shinto, Prefettura di Gunma, ha fatto quasi tutto da solo, impiegando più di due anni per mettere in piedi qualcosa che gli ricordasse il vecchio mitologico Gundam: un gioiellino che si comanda a pedali, quattro, ed è in grado di sparare proiettili di spugna dai due cannoncini posti ai lati dell’abitacolo.

Ah, piccolo dettaglio. Per ora, Land Walker è in grado di ospitare un solo passeggero che, per acquistarlo dovrà sborsare qualcosa come 330.000 dollari.

Insomma, una Smart un po’ troppo costosa.

A quando una familiare?

System Administrator Appreciation Day

Oh, oh!

E’ la sesta ricorrenza del giorno dell’apprezzamento dell’amministratore di sistema, che si celebra tradizionalmente l’ultimo venerdì di Luglio.

Parliamoci chiaro: l’amministratore di sistema è bistrattato per tutto il resto dell’anno, incompreso e infastidito. Gli si chiedono cose impossibili in tempi inimmaginabili, gli si danno colpe e responsabilità inaudite e lui rimane li, guardando attonito e chiedendosi perché è costantemente, incessantemente, inesorabilmente circondato da utonti.

Però, oggi, è il giorno degli amministratori!

Bravo! Bravo!

Voleteci bene e dateci una pacca sulle spalle.

Giorgio

Tutti a festeggiare ULTRAMAN

Ultraman Festival!

Ultra, Ultraman, dont’ U understand I LOVE U!

Ok, era un’altra canzone, ma il concetto rimane. GENTE AFFRETTATEVI.

Dal 23 Luglio al 31 Agosto a Sunshine city in Ikebukuru, ovviamente in Giappone, si tiene il quindicesimo festival dedicato a…

U L T R A M A N

Per coloro i quali non conscessero questo delizioso super eroe spaziale che difende la terra da orribili mostri tecno-preistorici. Insomma, se non vi siete visti la serie su qualche tivvù privata, vi siete persi un cult dei telefilm fantascientifici di serie B.

Al festival potrete rifarvi, con una masnada di pazzi vestiti a la Ultraman che ingaggiano ridicoli combattimenti contro gli storici nemici del nostro beneamato. Tanto per intenderci, non c’è trippa per gatti e i vari Power Rangers e compagnia danzante sono solo il nulla sotto vuoto spinto di fronte a questa serie che originalmente è andata in onda dal 17 Luglio del 1966 al 9 Aprile del 1967, con la bellezza di soli 39 episodi (40 contando il numero 0).

Che dire? E’ durata poco come serie ma ha creato un fenomeno che ancora oggi raccoglie fan da tutto il mondo! Mo mi accrocchio per terra e provo a lanciare il raggio a polsi incrociati di Ultraman, e voglio vedere chi mi sfida!

Cucina alternativa? Pedalare gente, pedalare

Rimasti a corto di gas? State pensando a una cena romantica e sul più bello sparisce anche la corrente elettica? Niente microonde, forno a convezione, niente di niente?

Un incubo!

Rimanete ben fermi davanti allo specchio!

Calma, con un centinaio di dollari si risolve tutto. Armati di un buona dose di coraggio è sempre possibile ordinare da Terra.org una stupenda cucina solare, in grado di risolvere qualsiasi problema di cottura, sempre che non abitiate in Val Padana o nelle Highlands scozzesi…

Bello eh, per carità. Certo, non proprio pratico: con il modello più piccolo KSOL-10, vi fare una macchinetta di caffé per 6 in 10 minuti. Il problema, occhio è croce è prendere la macchinetta, chi ha il coraggio di infilare la mano nel centro dello specchio ustorio?

Il modello più grande, KSOL-14 (153 euro), equivale a un fornello in vetroceramica da 600W , ha un diametro di 1,4 mt, pesa 19 Kg, struttura in acero e ve lo dovete montare a manina. Certo, però, che dopo potrete dare dei pranzi (le cene meglio evitarle, vero?) equo solidali radical chic: vi ci vorranno sempre quei 9 minuti per portare a ebollizione un litro d’acqua, quindi meglio non avere più di una decina di invitati, però, volete mettere la bellezza di un forno a 200 gradi montato in terrazza? Nel caso, proprio per essere in tono, consiglierei l’acquisto della relativa pentola da 12 litri, 28 cm di diametro, che per soli 26 euro con il suo colore nero profondo aiuterà a velocizzare la cottura e a mantenere quell’atmosfera etnica che tanto piace nelle festicciole contemporanee.

Pedalare gente, pedalare

Essere radical, ecological chic è un impiego a tempo pieno: è impensabile offrire un pranzetto alla luce del forno solare, per poi mettere sotto carica i cellulari in vista di una biciclettata post prandiale con gli amici.

ORRORE.

No, no, no, non si fa così. Forza, tutti a munirsi di Pedal Power, uno stupendo accrocchio che ricorda le vecchie luci da bicicletta, con la dinamo attaccata al copertone a ruotare follemente per una fioca lucina da sfoggiare davanti al manubrio.

La dinamo è rimasta, solo che al posto della lampadina ci sono uno spinotto e un porta telefono da agganciare al manubrio: pedalando per 70 minuti a 19 Kmh questo aggeggino vi ricarica tranquillamente il cellulare, mentre per percorsi più brevi e velocità minori, contribuirà a mantenere alta la carica del telefonino.

Insomma, con 38 euro non dovrete più spendere una lira per ricaricare le batterie del telefono.

Giusto farvi il giro del mondo.

Mi faccio quella tipa li, proprio quella li!

Ebbene si.

Quando l’ho vista li, seduta in disparte, immobile nella sua innaturale timidezza, mi sono fermato a osservarla. Un mesto golfino rosa, una gonna finanche scialba, ma con quello sguardo orientale che tiene lontani i tuoi pensieri, impenetrabili, quasi freddi. Lo so, queste cose miste non funzionano bene, troppa differenze e pochi punti in comuni rendono una semplice amicizia un’esperienza da conquistare con la tenacia di ogni giorno.

Posso invitarla a ballare, signorina?

Però lei è li, con quella ritrosia tipica della sua gente, qualche gesto misurato, non si alza mai dalla sua sedia, non parla e quando cerco un contatto fisico risponde timidamente, impacciata, quasi spaventata.

E come resistere a tanta dolce mitezza? Noi occidentali, in fondo, non ci siamo mai abituati alla rivoluzione sessuale, a quel grande, troppo grande, stravolgimento sociale che ha messo i pantaloni alle donne, le ha rese uguali nei diritti e nei doveri agli uomini, strappandoci così dal centro dell’universo, relegandoci alla polvere del qualunque, dello scontato, paria tra i pari, pallide immagini della grandezza che risplendeva in noi quando eravamo padri, mariti, uomini indiscussi.

Si, lo so, tutta colpa di San Gregorio e di quel dannato sinodo provinciale di Macon del nel 585 in il futuro vescovo di Tours, ebbe la brillante idea di rispondere a una disputa filologica attorno all’interpretazione del termine homo, estendendo quest’ultimo a sinonimo di genere umano, compendendo uomi e, orrore, donne.

Si, lo so, i mali vengono sempre da lontano, si radicano nei secoli come un’edera avvinghiata al sole di una parete, minandone alla fine la solidità.

Però io ho trovato LEI! Mite, gentile, timida e riservata, non parla quando non deve. Non pensa, non è strettamente necessario, vi pare? Docile e gentile, bella e disponibile, muta e priva di quelle convoluzioni psicotiche che ingorgano la mente femminile. Cosa volere di più dalla vita?

E lei cosa ne dice, mia cara?

Beh, intanto se sostituissero il silicone con della vera pelle non sarebbe male. Magari anche dei capelli naturali non sarebbero una brutta idea. Se poi sostituissero i motori ad aria compressa con polmoni e un cuore vivo, ne sarei contento. Infine, per favore, fatela alzare in piedi, non è bello che stia seduta tutto il giorno.

Uno si chiederà, cosa pretendi da un androide? Beh, qualcosina in più. A detta del suo creatore, il professore Hiroshi Ishiguro della Università di Osaka questo bel tocco di fanciulla può essere scambiata per un vero essere umano per 5, anche 10 secondi, scegliendo bene le circostanze dell’incontro. Però, Repliee Q1, questo il suo nome, è a un passo dall’essere la donna perfetta: manca di tutto ciò che costituisce un difetto e nel contempo eccelle in ciò che noi uomini consideriamo dei pregi.

Va…bene…le…manca…qualcosa…ahem…ok…è…poco…reattiva…

…però…insomma..dai…

In cinque secondi ci si può fare di tutto. C’è chi rivive tutta la propria esistenza, chi costruisce un sogno e ci si culla in un’eternità che scivola come una goccia di rugiada. Per cinque secondi lei è li! E’ viva, ci guarda, ammicca, sorride, risponde al nostro tocco, morbida e profumata.

Che dopo dieci secondi il profumo diventi quello del silicone, che i movimenti non siano più così naturali, che non spiccichi un fonema uno, beh, i sogni sono come le lucciole, svaniscono all’alba, ma per tutta la notte ti fanno giocare, che duri cinque secondi o un’eternità.

E poi, volete mettere farsi una tipa così? Non ti piacciono i capelli? Cambi la parrucca, non ti piacciono gli occhi, li cambi, non ti piacciono le te…che si fa, si svitano? Più che farsela è un’opera di bricolage, splendida, di grande soddisfazione, ma sempre di bricolage si parla.