Si scrive GeekSquare

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Per il prossimo futuro il ritmo dei post su questo sito sarà rallentato. Perché? Beh, perché ho iniziato a scrivere per GeekSquare, un sito dedicato alla tecnologia, ai gadget e alle curiosità che giorno per giorno lancia veloci notizie dalle proprie pagine web.

Nel caso voleste leggermi quotidianamente, io sono la, per gli approfondimenti, le scervellaggini, e pensieri affini queste pagine sono a disposizione.

Pico, il punto d’incontro fra Nano e m:robe

Facciamo un esperimento…

Tutti pronti? Ok.

Prendete saldamente nella mano destra un iPod Nano

iPod nano

Ora, stringete con forza nella mano sinistra un Olympus m:robe MR-100

Olympus m:robe MR-100

Fatto? Avete tutti e due i lettori MP3 fra le vostre graziose manine?

Bravi!

APPLAUDITEVI!

Si, no, non scherzo, applaudite VIGOROSAMENTE alla vostra incredibile bravura nel tenere in mano 2 lettori MP3 contemporaneamente.

Fatto?

Ok, aprite le mani e guardate cosa avete ottenuto…

Pico lettore MP3

Oh che bello! Pico, un gingillo che copia non 1 ma ben 2 concorrenti alla volta!

Longhorn fuori dalla finestra con vista…

Secondo questo interessante articolo di SmartOffice News, il codice di Longhorn è stato buttato alle ortiche da Allchin, co-direttore della divisione Prodotti Platform e servizi, per ripartire da uno stile di programmazione davvero nuovo per Microsoft: invece di sviluppare parti di codice separate, create da programmatori diversi e poi assemblate in un nuovo programma, si è deciso di partire alla “Linux way”. Come? Iniziando da un kernel minimale e aggiungendo di volta in volta le funzioni necessarie.

Riporto solo alcuni estratti dall’articolo:

Gli ingegneri di microsoft lo stavano costruendo (Longhorn, ndr.) proprio nel modo in cui avevano sempre creato programmi. Ogni singolo programmatore fra le migliaia (impiegate da Microsoft, ndr.), creava il proprio pezzo di codice, che veniva assemblato (insieme agli altri, ndr.), in un programma raffazzonato. Ma Longhorn/vista era troppo complesso: Microsoft doveva iniziare da capo, disse Allchin a Gates.

E quale è stato questo “nuovo inizio”?

Quindi, secondo (quanto riportato da, ndr.) il Wall Stret Journal, Microsoft percorse la strada di Linux, sviluppando prima un kernel solido per ciò che ora viene chiamato Vista. Ora, sta aggiungendo le funzionalità che desidera, una per una

E che dire di WinFS, il rivoluzionario filesystem di Windows prossimo venturo, che aiuterà a organizzare e recuperare le informazioni salvate nei supporti?

WinFS era così problematico che gli ingegneri iniziarono a discutere se fossero in grado di fa “volare il maiale”. Immagini di maiali con le ali iniziarono ad apparire nelle presentazioni e negli uffici.

Questo nuovo inizio potrebbe spiegare anche la riorganizzazione in seno a Microsoft…

La crisi di Longhorn aiuta a spiegare la radicale ristrutturazione che il CEO di Microsoft Steve Ballmer ha annunciato recentemente per riorganizzare la società in tre grandi unità aziendali. Un obbiettivo fondamentale è di forzare Microsoft a essere più agile nel produrre e distribuire il software.

Ma perché Microsoft incorre in questo genere di problemi? Possibile che si renda conto solo dopo averci messo mano che un programma è diventato ingestibile?

Le riforme di Allchin si rivolgono a un problema che Microsoft si porta dietro dagli inizi. La vecchia scuola di computer science poneva richiedeva pratiche di scrittura di codice metodiche per assicurarsi che i grandi computer usati dalle banche, dai governi e dagli scienziati non si bloccassero. Ma quando i personal computer spiccarono il volo negli anni ’80, le aziende come Microsoft non avevano tempo per tutto questo (per le pratiche di scrittura metodiche, ndr.). Gl utenti PC volevano delle funzionalità belle e utili in fretta. Tolleravano — o non notavano — i bachi che affliggevano il codice. I problemi potevano sempre essere corretti con una patch. Con ogni patch e ogni miglioramente, divenne più difficile allegare nuove funzionalità al software dato che il nuovo codice aveva effetti imprevedibili su tutto il resto.

Non male vero? Pigia e ripigia, il codice esplode…

E’ uscito il mio libro su Windows XP

Eh…quando si dice “Pubblicità Regresso”…

E’ uscito il mio nuovo libro su Windows XP: “Windows XP – Configurare, ottimizzare, risolvere i problemi più comuni”.

Bello è bello, ma sono di parte e quindi poco credibile 🙂

Lo trovare allegato a PC Magazine di Ottobre e in libreria, anche online

Qui trovate una scheda del libro.

Buona lettura!

Open Document? Non è GPL, Brian Jones afferma…

Oasis logoQuella che segue è la traduzione di un post dal blog di Brian Jones, program manager in Microsoft Office, da 5 anni impegnato sulle funzionalità XML e i formati file di questo programma.

Ancora sulle licenze prive di royalty per i formati Microsoft Office Open XML

Bene, ora che il PDC (Microsoft Professional Developers Conference) è terminato, ho avuto l’occasione di esaminare le questioni e i commenti sollevati dalla nostra discussione della scorsa settimana. Continuano a esserci parecchi commenti riguardanti le licenze che usiamo per i formati Microsoft Office Open XML. Le domande che ho ascoltato sono:

  1. Queste licenze sono compatibili con i progetti Open Source?
  2. Nello specifico, sono compatibili con la GPL?
  3. Vi è una garanzia che Microsoft non cambierà la licenza sotto i piedi della gente? Quanto saranno accessibili questi formati fra 100 anni?

Come ho detto nei post precendenti, penso che le licenze siano un grande passo avanti e per quasi tutti i clienti, non c’è davvero alcun aspetto negativo in questo. Ci sono già molti strumenti in circolazione che evidentemente non hanno alcun problema nel lavorare con i nostri schemi. Sun per esempio sceglie la LGPL per Open Office. Vi ho esposto i miei pensieri e come penso che il nostro programma di licenza sia compatibile con LGPL. Infatti, non ho visto ancora un prodotto che si volesse integrare con gli schemi di Office ma non fosse in grado di farlo. Potete dare un’occhiata ad altri formati, e anche questi hanno simili licenze.

Addentriamoci nella questione GPL dato che è di questo che si è parlato principalmente. Ho apprezzato i commenti di tutti nei precedenti post e voglio riferirmi specificamente a Craig Ringer che ha scritto degli ottimi commenti sulla GPL. La gente ha chiesto una risposta del tipo si/no a riguardo della compatibilità con la GPL, e il succo è che penso che abbia ragione nell’affermare che la licenza Microsoft per gli schemi di riferimento dell’XML di Office non siano compatibili con la GPL. La GPL dice che non ci può essere una richiesta affinché citiate l’autore del programma (qualcosa chiamata “attribuzione”). La GPL dice inoltre che non potete imporre una limitazione sul sub-licenziamento dei diritti di proprietà intellettuale (IP). Come dice Craig, la licenza Microsoft ha entrambi questi requisiti, quindi non è compatibile con la GPL. Ora, decidere se queste condizioni sono importanti per voi è una vostra incombenza, ma dal mio punto di vista accennare che lo schema è venuto da noi e non sub-licenziare i diritti di proprietà intellettuale sembra essere completamente ragionevole. Quelle sono realmente le uniche due questioni che sto sentendo renderle incompatibili. Vi sono altre licenze simili alla GPL che non hanno queste restrizioni aggiuntive.

So che per molte persone la GPL è una spedie di sinonimo di “open source”. (Ho letto tuttavia che la GPL sta passando un processo revisione). Davvero non sono d’accordo con questo punto di vista. Penso che sia troppo restrittivo. Su www.opensource.org sono elencate tonnellate tonnellate di licenze open source. Ci sono persone che dicono che nessuna di queste sono davvero buone, tranne la GPL? Prendiano inoltre a esempio questa particolare situazione. La licenza Microsoft dice che voi (lo sviluppatore) potete scrivere un programa che può leggere e scrivere gli schemi di riferimento dell’XML di office, ma dovete citare Microsoft da qualche programma dichiarando che avete usato i nostri schemi. Cosa vi è di sbagliato in questo? Non la considero una restrizione estremamente onerosa tale da spingere la gente a rifiutare la licenza. Direi lo stesso della questione relativa al sub-licenziamento. Se la licenza è libera ed è disponibile a chiunque nel mondo, dov’è la questione? Una volta scritto il programma sotto la licenza, siete chiaramente tutelati.

Lasciatemi richiamare un paio di altre questioni sollevate da Craig. Egli dice:

…la licenza non sembra essere disponibile per sempre. In altre parole, i termini possono essere cambiati in qualsiasi momento ed essere applicati alle implementazioni esistenti. Quando il software può essere redistribuito dagli utenti finali e altre aziende, è difficile che ciò possa funzionare. Sia la GPL che la LGPL richiedono che il software possa essere redistribuito da qualsiasi utente finale.

La licenza è in realtà perpetua. Date un’occhiata, si prova proprio qui: http://www.microsoft.com/mscorp/ip/format/xmlpatentlicense.asp. Lo dice chiaramente nella concessione della licenza ed è confermata nella Q&A (Questions & and Answers – Domande & Risposte) sul sito. La Q&A si trova qui: http://www.microsoft.com/Office/xml/faq.mspx

Davvero non capisco la questione relativa alla possibilità che possa essere cambiata in qualsiasi momento. Se accettate la licenza, avete un accordo. Microsoft non può tornare più tardi e dire che l’accordo è differente. Non vedo alcuna restrizione in questa licenza che riguardi la distribuzioni di programmi creati sotto questa licenza.

Ecco un altro commento di Craig:

Proprietà intellettuale/brevetti. La licenza stessa sembra d’altronde ragionevole, ma contiene un enorme inganno dato che non rivela quali altre proprietà intellettuali/brevetti Microsoft possono essere richieste e offrendosi di licenziarli negli stessi termini. Una licenza aperta per i formati è inutile se i termini della licenza del brevetto richiesto per il suo uso sono inadatti.

Questo è un argomento che posso comprendere. Il linguaggio del brevetto è difficile da leggere, ma quando lo scorro, sembra dire che tutti i brevetti e le applicazioni dei brevetti che sono applicabili a questo spazio sono licenziati. ciò è meglio della situazione in cui un’azienda rende noti certi brevetti e dice che sono licenziati ma non vi dice cosa d’altro vi sia. Microsoft dice che tutti i suoi brevetti e applicazioni sono licenziati in questo spazio, quindi non avete bisogno di preoccuparvi.

Visto che siamo in argomento, penso sia importante che tutti voi diate un’occhiata alla situazione simile relativa all’Open Document. Molte persone sembrano semplicemente presumere che dato che si tratta di uno standard, non vi siano questioni riguardanti i diritti intellettuali e siatutto molto chiaro. Bene, diamo uno sguardo a questo: http://www.oasis-open.org/committees/office/ipr.php Sun sembra dire che potrebbe detenere una proprietà intellettuale sulle specifiche dell’Open Document. Mentre Sun dice di essere intenzionata a fornire una licenza priva di royalty, si dovrebbe comunque chiedere a Sun una licenza. La licenza non appare sul sito. Sarebbe interessante da vedere, e probabilmente tenterò di vedere se riuscirò a trovarla. La sola affermazione sul sito rivela che come minimo, pongono almeno una condizione – dovete concedere a Sun una licenza reciproca.

Si riferisce anche di una serie di una scadenza sulla quale IBM sta lavorando alacremente: http://blogs.zdnet.com/BTL/?p=1887. A cosa assomiglia la licenza IBM? Sarebbe interessante fare un controllo.

In definitiva, le risposte alle domande elencate più sopra sono:

  1. Si, lavoriamo con un gran numero di licenza open source (ma non tutte).
  2. No, la GPL non consente le restrizioni riguardanti l’attribuzione e il sub-licenziamento che la licenza MS Office Open XML Formats richiede.
  3. Si le licenze sono perpetue e non dovete preoccuparvi che cambino sotto i vostri piedi. I file che registrate saranno liberamente accessibili per sempre.

Sperò che ciò sia d’aiuto. mi dispiace che abbiamo dovuto passare così tanto tempo su questo argomento e non altrettanto sulle reali tecnologie e architetture dei formati. Cercherò di tornarvi sopra al più presto, dato che è ciò di cui sono maggiormente interessati coloro che mi hanno contattato via email.

-Brian