La vita riprende
Con i funerali di frére Roger, oggi, un capitolo si chiude, un altro si apre.
Nelle pagine sottili di questo libro, in trasparenza, con un po’ di luce, è possibile vedere le linee che vergano il passato distante solo pochi giorno, mentre il futuro è li più nelle intenzioni che nelle previsioni.
Nelle parole di frére Sebastian, durante il workshop sulla vocazione del 19 Agosto, frére Roger appare un uomo sul clivio della senilità: spogliato di quei doni che lo hanno reso l’uomo che tutti ricordano, capace di ascoltare ognuno con grande attenzione e comprensione, pronto nel reagire agli eventi e dotato di una memoria che gli consentiva di ricordare ogni particolare delle persone che lo circondavano. Gli ultimi tempi di frére Roger sono stati i giorni di un uomo depredato delle sue migliori qualità umane, ma che proprio in questa semplicità rivelava a pieno il dono della presenza di Dio. Un dono semplice, presente in ogni momento, in ogni preghiera, ognuna sempre più essenziale tesa a esprimere i valori più reali della fede in Cristo. Ed è questa parabola verso la povertà, verso l’essenzialità, che sembra iscriversi negli insegnamenti di sempre che pongono nel silenzio il momento culminante della preghiera, la dove le parole non hanno la forza di sostenere il dialogo con Dio e si apre la comunione dello spirito.
La vita in Taizé scorre quasi immutata, gli incontri e i servizi si tengono agli stessi orari di qualche giorno prima e le persone appaiono affaccendate senza posa. A ben vedere, però, non è difficile notare quanti fréres siano insolitamente per gli spazi sterrati, a ricevere un saluto, un sorriso, una parola consolatoria da quanti sono arrivati anche per un giorno, solo per stringersi affettuosamente alla comunità.
Già, perché per i viali di Taizé si ritrovano volti non più adolescenti, di chi per anni ha frequentato questi luoghi ma che nella maturità non vi ha fatto spesso ritorno, portandone il messaggio nella propria realtà locale, vivendolo a pieno. E oggi si ritrovano per queste stradine a chiedersi come possa essere successo, a rincuorarsi a vicenda, a raccogliersi in preghiera e in riflessione senza astio o sconforto, solo un triste stupore negli occhi.
Ed è questo stringersi intorno alla comunità che rende Taizé più viva, sebbene scossa. I fréres non mancano quasi di meravigliarsi della solidarietà di chi di casa in casa offre il proprio aiuto per ospitare i ragazzi che entro qualche giorno arriveranno per il funerale, o di coloro che anche solo per poche ore di permanenza non esitano ad affrontare un lungo viaggio.
Semplici parole di conforto fra i ragazzi e i fréres, molti sorrisi, quasi non fossero giornate di lutto ma semplici momenti di incontro: questa è Taizé, che nel momento del dolore comunque ritrova una comunione e la gioia di proseguire lungo il cammino che attraverso frére Roger il Signore ha indicato su queste colline.
photo: copyright (c) Ateliers et Presses de Taizé, 71250 Taizé, France.
granbel post x me che conoscevo poco l”abate,ecco anche a cosa servono i blog. Si bisogna andare avanti,io oggi ho un anno in piu e x questo dovrei fermarmi? anzi buona giornata
Auguri Flavia 🙂
No, mai fermarsi ma andare sempre avanti…con un occhio al passato.
grazie la vita riprende… la forza si deve cercare dentro di noi e non è eta sono felicemente almeno spero tento di proiettarmi verso il 57 anno di vita,e credimimi sononpassaggi indotti ,come sempre dai media.,ma chi ha dato propulsione sono tutti da tacito a lla abate…ecc… e bisogna seguire buona serata
Concordo con Flavia (a cui faccio tanti cari e dolci auguri!!!), bisogna sempre andare avanti e soprattutto vivere il QUI, l’ORA… questo momento attuale, che è l’unico ed il vero ad esistere!
Francesca :***
…ah… per l’aspartame… mah!!?? Sarà?? Non sarà?? Chi lo sa…. io cmq da quando ho letto e saputo ho deciso di toglierlo il più possibile dalla mia vita. Tanto nei vari caffè/tè già non mettevo nulla….
Erano solo le alpenlieben che mi allettavano e non poco… ;))
Francesca :))
buon giorno e una preghiera dedicata a l”abate
Come dice il libro dell’Ecclesiaste 4,1-2:
E io ancora vidi,
Ogni violenza che si consuma
Sotto il sole
Ed ecco
I pianti dei calpestati
E nessuno s’impietosiva
E la potente mano
Che li calpesta
E nessuno s’impietosiva
Pace ai morti io dico
Morti ormai sono
Ma ai vivi no
Resta la vita
E ancora 11, 8-10:
L’uomo di lunga vita
Tra i piaceri di tutti i suoi anni
Tanto più penserà
Ai giorni della tenebra infiniti
Tutto passa in un soffio
Ragazzo goditi la tua giovinezza
Fa’ il tuo cuore felice
Nei giorni desiderabili
Va’ dove va il tuo cuore
Va’ dietro all’illusione dei tuoi occhi
E getta via il tormento dal cuore
Strappati dalla carne il dolore
Perché un fiato è la
giovinezza
Nerezza di capelli
un alitare
ciao e si la vita riperende