Tanti auguriiiii a meeeeee….


Indovina, indovinello…
Cosa succede se mettete insieme un accesso Linus a un router FON e un abbonameno da 10 euro, valido per 120 giorni dall’ultima spesa, a Voipstunt?
Succede che appena incontrate un punto di accesso FON, avete non solo connettività gratuita, ma potrete chiamare gratuitamente per 300 minuti alla settimana, i numeri fissi dei seguenti paesi:
Che significa che il credito dura 120 giorni dall’ultimo movimento? Che se non lo utilizzate, dopo 120 giorni viene incamerato da Voipstunt. In pratica, chiamare “gratis” tutti i numeri d’Italia e delle nazioni elencate, vi sarà costato meno di 3 euro al mese. Se ho capito bene, ma dato che l’ho da poco non ne sono certo, appena spendete parte del credito, da quel momento risulterà valido per altri 120 giorni. Quando si spende? Quando si chiamano i cellulari, circa 23 centesimi al minuto per l’Italia, e quando si superano le 5 ore alla settimana di traffico gratuito. Beh, ieri mi è arrivata l’ultima bolletta e nello scorso bimestre ho totalizzato poco più di 6 ore di chiamate…
Se poi non volete impazzire dietro a Tribox, potete acquistare un Fritz Box che, tra l’altro, è basato su Linux, collegarlo all’ADSL, alla linea telefonica e infilare il cavo che va al cordless direttamente in una delle due prese FON1 e FON2 di cui il Fritz è dotato. Un inciso…ma queste FON1 e FON2, nomen omen.
A questo punto, fate un salto su Skypho e vi fate dare gratuitamente un numero telefonico geografico della vostra città, oppure chiedete la portabilità gratuita del vostro numero Telecom.
Ora, non vi rimane che configurere il vostro Fritz affinché faccia tutte le chiamate via Voipstunt, mentre risponda sia alle chiamate sul vostro numero Telecom, sia a quelle sul numero geografico Voip.
Tenete tutto in prova per un po’ e quando il tutto vi sembra affidabile, date la disdetta della linea telefonica, date la disdetta della linea ADSL e passate a una ADSL senza canone, usando il voip per telefonare gratuitamente e ricevere chiamate sul vecchio e sul nuovo numero.
Quindi, ricapitolando, da una parte si risparmia fra le mura di casa, dall’altra, se si utilizza un client SIP, è possibile sfruttare Voipstunt anche quando si è in giro e, incontrando un hotspot FON, ci si può agganciare alla rete e parlare…parlare…parlare…gratuitamente.
Da un po’ di tempo a questa parte mi sto trastullando con un gioco di ruolo online multi giocatore, insomma, uno di quei mondi in cui si gira, si incontra gente, fanno cose, e tutte quelle morettinate che non si farebbero nella vita di tutti i giorni. E chi ha voglia di uscire con questo caldo?
Meglio un mondo irreale, nel quale far crescere il proprio personaggio. Ed eccolo qui in Planeshift, il mio Oghdebah, tanto fortunato quanto il suo alter ego in carne e ossa. Eh, già, perché Planeshift è un mondo ancora in divenire, in continuo sviluppo in cui a dispetto delle razze, classi e abilità, non tutto quello che si vede realmente funziona. E’ un progetto gratuito, in parte in GPL, in parte in licenza proprietaria, sviluppato senza fini commerciali e quindi vi si lavora su base volontaristica. A dire il vero, già ora è godibile, combattimenti, quest e altro sono tranquillamente presenti e funzionanti. Solo, per esempio, il sistema di magie è alquanto debole e la giocabilità è di molto spostata sulla vigoria fisica e i combattimenti in armi. Per cui, chi come me è abituato a giocare maghi, si trova costretto a crescere il proprio personaggio come guerriero, per poi passare alla magia. O questo, o non si va avanti di molto. Ovviamente, il mio Ogh è nato con una dote di alti punteggi in skill non implementate o completamente inutili, mentre per quelli utili…beh…dato non pervenuto, mettiamola così.
Il motore grafico fornisce una piacevole esperienza, come si può vedere dalle foto, anche se alcune “sbavature” sono comunque presenti. L’immagine in alto, infatti, non dovrebbe poter esistere, visto che mi trovo in una zona non raggiungibile dagli utenti: è che ho visto la congiunzione fra due settori di questo mondo e mi ci sono infilato e reinfilato fino a quando ho superato le barriere di controllo delle collisioni e…mi sono trovato dall’altra parte del mondo.
Succede, però, che camminando camminando, intrufolandosi negli anfratti più reconditi di un mondo, si finisca per cascarne al di fuori. Questo perché, come in ogni buona ambientazione medioevale, il mondo in questione pare essere piatto: ho percorso i limiti del conoscibile e sono caduto giù nell’abisso dell’ignoto. Vedete quel mosaico in alto a sinistra? E’ la città della prima foto, vista dal di sotto, ma molto al di sotto.
Che ci volete fare? La sete di conoscenza spinge l’uomo oltre, sempre oltre. Occhio a non farsi male.