Trastullandosi con Planeshift

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Da un po’ di tempo a questa parte mi sto trastullando con un gioco di ruolo online multi giocatore, insomma, uno di quei mondi in cui si gira, si incontra gente, fanno cose, e tutte quelle morettinate che non si farebbero nella vita di tutti i giorni. E chi ha voglia di uscire con questo caldo?

Meglio un mondo irreale, nel quale far crescere il proprio personaggio. Ed eccolo qui in Planeshift, il mio Oghdebah, tanto fortunato quanto il suo alter ego in carne e ossa. Eh, già, perché Planeshift è un mondo ancora in divenire, in continuo sviluppo in cui a dispetto delle razze, classi e abilità, non tutto quello che si vede realmente funziona. E’ un progetto gratuito, in parte in GPL, in parte in licenza proprietaria, sviluppato senza fini commerciali e quindi vi si lavora su base volontaristica. A dire il vero, già ora è godibile, combattimenti, quest e altro sono tranquillamente presenti e funzionanti. Solo, per esempio, il sistema di magie è alquanto debole e la giocabilità è di molto spostata sulla vigoria fisica e i combattimenti in armi. Per cui, chi come me è abituato a giocare maghi, si trova costretto a crescere il proprio personaggio come guerriero, per poi passare alla magia. O questo, o non si va avanti di molto. Ovviamente, il mio Ogh è nato con una dote di alti punteggi in skill non implementate o completamente inutili, mentre per quelli utili…beh…dato non pervenuto, mettiamola così.
Il motore grafico fornisce una piacevole esperienza, come si può vedere dalle foto, anche se alcune “sbavature” sono comunque presenti. L’immagine in alto, infatti, non dovrebbe poter esistere, visto che mi trovo in una zona non raggiungibile dagli utenti: è che ho visto la congiunzione fra due settori di questo mondo e mi ci sono infilato e reinfilato fino a quando ho superato le barriere di controllo delle collisioni e…mi sono trovato dall’altra parte del mondo.

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Succede, però, che camminando camminando, intrufolandosi negli anfratti più reconditi di un mondo, si finisca per cascarne al di fuori. Questo perché, come in ogni buona ambientazione medioevale, il mondo in questione pare essere piatto: ho percorso i limiti del conoscibile e sono caduto giù nell’abisso dell’ignoto. Vedete quel mosaico in alto a sinistra? E’ la città della prima foto, vista dal di sotto, ma molto al di sotto.

Che ci volete fare? La sete di conoscenza spinge l’uomo oltre, sempre oltre. Occhio a non farsi male.

Che porta è? In Ajax naturalmente

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Nel caso in cui non vi venisse in mente a quale servizio corrisponda una porta o a quale porta corrisponda un servizio, tutto in Ajax e vi avvisa anche se a una porta sia associato un servizio “malizioso”.